venerdì, maggio 27, 2011

La tracotanza dell'ignoranza

Avete presente quella leggenda in cui un Re, impazzito, affrontava le onde del mare ordinando loro di placarsi?

È quanto mi è venuto in mente ieri mattina, sentendo alla radio del rinvio a giudizio dei membri della Commissione Grandi Rischi dell'Aquila, rei di "non avere avvisato in tempo la popolazione del terremoto."

Ciumbia!

Eppure, immagino, un qualunque giudice ha buon accesso a Internet, dove magari può leggere qualcosa sui sistemi complessi, qualcosa di scienza vera e non di cacchiate new-age (già questo, effettivamente, implica una certa capacità di discernimento), qualcosa sulla teoria del caos, sull'effetto farfalla, del perché non si può prevedere localmente il tempo atmosferico dopo 3-4 giorni indipendentemente dalla potenza dei nostri calcolatori e degli algoritmi utilizzati, del principio di indeterminazione di Heisenbergh...

Insomma, potrebbe/dovrebbe informarsi sulle nostre reali capacità di capire e comprendere il mondo e la natura, senza farsi abbindolare da "teorie" complottiste / semplicistiche / qualunquistiche che effettivamente abbondano sempre più nella Rete: ma parliamo di un magistrato, di una persona che dovrebbe avere un'ottima cultura generale per essere in grado di fare il proprio mestiere, capace di creare intorno a sé un team di persone competenti capaci di consigliarlo e guidarlo nelle questioni a lui più ostiche ed astruse.


E invece?


Invece di prendersela con l'inerzia tutta italiana (l'inerzia di tutti quanti, signori e signore, non delle sole pur colpevoli amministrazioni), questo fantastico Paese dove si costruiscono le case antisismiche migliori del mondo, in legno, ma col cavolo che applichiamo quanto sappiamo alle nostre case, alle nostre scuole, il solerte magistrato cosa fa? Il peggio del peggio, trova il capro espiatorio più facile da accusare, grazie alla poca preparazione scientifica media degli Italiani, ahimè: la scienza.


È tutta colpa degli scienziati, gente!

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