giovedì, maggio 10, 2012


La Giustificatoria Italica



Mia madre mi ha appena fatto notare come oggi, 10 maggio 2012, al TG5 delle 13 la speaker parlava di "Ragazzo" riferendosi a quel deficiente di trent'anni che ha stuprato una ragazzina di tredici.
La questione impostata così risulta un po' troppo forte? 
È vero perché, come dice Nanni Moretti, persona con la quale non sono sempre d'accordo ma di cui stimo la grande intellighenzia, le parole sono importanti. Per citare un signore che di parole se ne intendeva parecchio: "La mente che pensò leggero, pesante, gigio, giallo, immobile, veloce, concepì anche la magia atta a rendere cose pesanti leggere e atte a volare, a trasformare il grigio piombo in giallo oro, l'immobile roccia in acqua veloce. Se potè l'una, poté compiere anche l'altra cosa; inevitabilmente le fece entrambe. Se possiamo distinguere il verde dell'erba, l'azzurro del cielo, il rosso dal sangue, abbiamo già il potere di un mago, per lo meno a un certo livello; e si desta allora il desiderio di esercitare tale potere sul mondo esterno alla nostra mente" (Da J.R.R. Tolkien - Sulle fiabe - Dalla raccolta Albero e Foglia, Rusconi editore 1999, Pag 36). 
Questo potere, questa magia di nominare il mondo noi tutti l'abbiamo e dovremmo utilizzarla con un minimo di criterio. Soprattutto chi, per mestiere, si trova ad avere una cassa di risonanza importante come la televisione.
Perché, mi chiedo e ripeto, un deficiente trentenne che vuole andare a letto con una ragazzina pubere è un "ragazzo" e poi, in altri casi, un ventenne diventa un "giovane" oppure "un uomo", magari perché è un rapinatore o perché è morto in un incidente stradale? 
C'è dell'intenzionalità giustificatoria nel primo caso e consolatoria nel secondo, forse? 
Sospetto fortemente di sì, per quanto tale intenzionalità possa essere più o meno consapevole. Non essendo il primo caso in questo tipo di comunicazione il sospetto è forte. 
Un sospetto che si fa ancora più terribile in questo strano Paese dove una giovane mamma che ha appena accompagnato il figlio a scuola e viene violentata in un  parco centrale di Milano "forse un poco se l'è andata a cercare". Dove si parla di "Delitto passionale" relativamente a quei maschi stronzi ( parole forti, Evk! ) che confondono amore e possesso.
Signora speaker, signor speaker, signori giornalisti: usate le parole giuste, per favore. 
A trent'anni non si è ragazzi, magari si è imbecilli, ma non ragazzi. 
Si può essere definiti "giovani" forse, con questi tempi della vita umana che si allungano.
Abbiate criterio, abbiate rispetto prima di tutto del vostro mestiere, anzi della vostra missione: che non è quella di educare, d'accordo, ma perlomeno date il corretto valore agli elementi della notizia, la giusta visione del mondo.
Ve ne saremo sinceramente e profondamente grati.

Immagine tratta da http://www.agerecontra.it/public/press/?p=6963