Ho un sogno: gli appassionati di Tolkien, di Star Trek, di Narnia, di Star Wars, di Harry Potter, di fantascienza o fantasy in genere che collaborano a uno o più progetti comuni, con l'obbiettivo di restituire dignità e considerazione alla cultura del fantastico e alla cultura in genere nel nostro Paese.
Già immagino qualcuno storcere il naso: si tratta di storie e mitologie differenti, sia come target che come valore artistico e culturale. Niente da eccepire, anche se immagino che qualcuno degli appassionati più ferventi potrebbe obbiettare, ognuno a favore della proprio mondo fantastico preferito; ma è il caso di chiudersi ognuno nella propria torre d'avorio, quando fuori gli orchi e i lupi imperversano?
Guardiamoci intorno: la cultura in Italia, se consideriamo i mezzi di informazione più diffusi (in primis la televisione) soffre di una dilatazione in crescita fra una maggioranza sempre più alla ricerca di faciloneria, populismo, emozioni forti e spesso morbose, disimpegno e rozzezza e una minoranza di persone, dotate di critica e libero pensiero, che si guardano intorno incredule e costernate, pronte a rispondere ai giusti stimoli ma disperse in mille rivoli.
Spesso da persone di buona cultura, relativamente a opere come il Signore degli Anelli o 2001 Odissea nello Spazio mi sento rispondere "non mi interessa il genere" e interiormente mi cascano le braccia, sia perché, per fortuna, son sempre esistite e sempre esisteranno opere dell'ingegno artistico che superano i confini e anche gli eventuali limiti intrinseci di qualsivoglia genere letterario o cinematografico, sia perché mi verrebbe da chieder loro quanto effettivamente conoscono un genere che hanno sempre, predigiudizialmente, evitato.
Ma il massimo dell'assurdità si raggiunge quando in comunità già notevolmente messe in disparte dalla "cultura accademica ufficiale" e dai media, come ad esempio quella tolkieniana, si assiste a scontri all'ultimo sangue, dove dalla dialettica si trascende nell'attacco personale o di gruppo, su questioni spesso di lana caprina (film bello, film brutto) rispetto all'importanza che avrebbe, che so, far arrivare qualche lettura di Tolkien in più nelle scuole.
E magari di Harry Potter, perché no? Perché non leggere ogni tanto quello che può piacere e interessare particolarmente i ragazzi? Perché non integrare la loro passione magari con un'analisi delle fonti a cui si ispira la Rowling? Perché non utilizzare H.P. come perno per aprire un discorso più ampio sui miti popolari e utilizzare Tolkien per introdurre i miti "alti"?
Perché non insegnare ai ragazzi che la cultura e la lettura sono innanzitutto piacere e divertimento, così come l'impegno e lo studio nascono naturalmente dalla passione per un dato argomento o materia? E magari anche a molti adulti...
Già immagino qualcuno storcere il naso: si tratta di storie e mitologie differenti, sia come target che come valore artistico e culturale. Niente da eccepire, anche se immagino che qualcuno degli appassionati più ferventi potrebbe obbiettare, ognuno a favore della proprio mondo fantastico preferito; ma è il caso di chiudersi ognuno nella propria torre d'avorio, quando fuori gli orchi e i lupi imperversano?
Guardiamoci intorno: la cultura in Italia, se consideriamo i mezzi di informazione più diffusi (in primis la televisione) soffre di una dilatazione in crescita fra una maggioranza sempre più alla ricerca di faciloneria, populismo, emozioni forti e spesso morbose, disimpegno e rozzezza e una minoranza di persone, dotate di critica e libero pensiero, che si guardano intorno incredule e costernate, pronte a rispondere ai giusti stimoli ma disperse in mille rivoli.
Spesso da persone di buona cultura, relativamente a opere come il Signore degli Anelli o 2001 Odissea nello Spazio mi sento rispondere "non mi interessa il genere" e interiormente mi cascano le braccia, sia perché, per fortuna, son sempre esistite e sempre esisteranno opere dell'ingegno artistico che superano i confini e anche gli eventuali limiti intrinseci di qualsivoglia genere letterario o cinematografico, sia perché mi verrebbe da chieder loro quanto effettivamente conoscono un genere che hanno sempre, predigiudizialmente, evitato.
Ma il massimo dell'assurdità si raggiunge quando in comunità già notevolmente messe in disparte dalla "cultura accademica ufficiale" e dai media, come ad esempio quella tolkieniana, si assiste a scontri all'ultimo sangue, dove dalla dialettica si trascende nell'attacco personale o di gruppo, su questioni spesso di lana caprina (film bello, film brutto) rispetto all'importanza che avrebbe, che so, far arrivare qualche lettura di Tolkien in più nelle scuole.
E magari di Harry Potter, perché no? Perché non leggere ogni tanto quello che può piacere e interessare particolarmente i ragazzi? Perché non integrare la loro passione magari con un'analisi delle fonti a cui si ispira la Rowling? Perché non utilizzare H.P. come perno per aprire un discorso più ampio sui miti popolari e utilizzare Tolkien per introdurre i miti "alti"?
Perché non insegnare ai ragazzi che la cultura e la lettura sono innanzitutto piacere e divertimento, così come l'impegno e lo studio nascono naturalmente dalla passione per un dato argomento o materia? E magari anche a molti adulti...
Edoardo Volpi Kellermann