martedì, aprile 04, 2006

Lettera ai nostri figli



Avete ragione: noi adulti siamo davvero strani.

Qualcuno di noi vi ha raccontato o vi racconta le favole, favole ricche di orchi, draghi, giganti che mangiano i bambini, pericoli e prove tremende da affrontare e sconfiggere per rimanere vivi e raggiungere il lieto fine (e vissero felici e contenti). Qualcuno di noi ha voluto poi rassicurarvi, perché gli orchi non esistono, i draghi sono estinti, i giganti domati.

Qualcuno di noi invece non vi ha raccontato le favole, perché sono troppo violente, troppo crudeli, e crede che voi non siate in grado di reggere tanta violenza e crudeltà. Forse ritenendo più rassicurante il mondo patinato e annebbiato della televisione, qualcuno di noi vi lascia ore ed ore a vedere programmi creati apposta per addormentarvi la mente, così che poi non ci disturbiate più di tanto con le vostre domande, spesso scomode.

Ci siamo però dimenticati di dirvi una cosa importante, vitale. Gli orchi esistono.
Anche i giganti, e qualche drago (per fortuna non molti di quest'ultimi, anche se riescono a fare molti danni).

Il problema è che sono diventati più furbi. Nelle favole in genere è facile riconoscere un orco, deforme, sporco, brutto, puzzolente. Invece nella nostra realtà, quella della scuola, del lavoro, della Tv, gli orchi non li potete riconoscere. Spesso hanno una faccia pulita, affabile, vi raccontano che vogliono bene ai bambini e che vogliono proteggervi.

Ma se vi trovate da soli con loro, vi uccideranno. Se non vi uccideranno vi faranno del male, un male tanto profondo che spesso non si potrà mai guarire del tutto.

Non solo gli orchi si sono fatti più furbi e si travestono; ultimamente si nascondono in mezzo alle gambe dei giganti.
Anche i giganti ovviamente si occultano dietro parvenze di onorabilità e rispettabilità. A differenza degli orchi però, essendo molto più intelligenti, riescono a raggiungere posizioni di grande potere nella nostra società e hanno costruito grandi, enormi e affascinanti palazzi.

Questi palazzi però sono talmente grandi, talmente vasti e labirintici, e i giganti sono così presi dai loro enormi, mastodontici progetti, e dalle loro gare per vedere chi riuscirà a costruire un palazzo ancora più grande e mastodontico, che sovente non si accorgono della presenza degli orchi.

Oppure se ne accorgono e lì per lì li fanno anche imprigionare, dicono che bisogna fare attenzione a quel tale orco; ma poi, distratti evidentemente da altre cose, se ne dimenticano e lasciano che l'orco vaghi indisturbato per le magnifiche stanze dei loro splendidi palazzi.

Se poi l'orco uccide qualche principessa o qualche principino, pazienza.

Quindi occorre fare ancora più attenzione, perché anche se presi sul fatto capita che gli orchi non vengano imprigionati. Vengono lasciati liberi di compiere altre malefatte e di minacciare le loro vittime; addirittura vengono intervistati in Tv, in modo che riescano quasi a raggiungere il potere di persuasione dei giganti e dei draghi.

Questa non è una favola. O forse sì.

Forse potrete perdonarci, un giorno, perché noi adulti siamo strani.
E anche un po' vigliacchi.

Evk

Images by: Alan Lee

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Troppo spesso abbiamo paura di aver paura, salvo scegliere -lo fanno i ragazzi ma anche gli adulti - di guardare film demenziali di paura. Ma la paura vera, quella rivolta ai reali pericoli della vita ci allarma. Tante madri e tanti padri preferiscono tenere i loro figli in un mondo ovattato, stucchevole, finto, non comprendendo che la paura, suscitata dai pericoli reali, è deputata alla sopravvivenza dell'individuo. Come farebbe a sopravvivere un essere umano se non avesse paura di una voragine, di una belva...della droga? Le favole che, in forma un po' magica, fantasiosa, coinvolgente, presentano i pericoli della disubbidienza, dell'allontanamento dai genitori, del fascino del "mondo dei balocchi", e non solo, hanno una profonda valenza educativa. Meglio che i nostri piccoli abbiano un po' di paura quando sono ancora sotto la nostra ala protettiva e si allenino, in una situazione di sicurezza, a rendersi conto che nella vita ci sono tante cose belle ma anche tante insidie.

Blackstorm ha detto...

Tolkien era convinto che ad un bambino bastasse spiegare le parole, anche quelle complicate... Riteneva, e a ragione, che un bambino e' perfettamente in grado di capire una parola complicata, se gli viene spiegata. E' il motivo per cui in Roverandom troviamo parole strane, e forse per un ragazzino di 10 anni anche difficili da pronunciare. Roverandom... questa lettera mi ha ricordato questo piccolo libro. Una favola, Roverandom, la favola di un cane giocattolo che diventa vero... Ma stranamente, o forse no, e' una favola vera... vera quanto Biancaneve e' falsa... Vera perche' narra di una perdita reale, ma lo fa con un sorriso, un sorriso da regalare al proprio figlio. E' vero, noi adulti siamo bugiardi e un po' vigliacchi... ma molto spesso non siamo in grado di vedere per primi i giganti, gli orchi, i draghi... a volte inconsciamente, non li vediamo. Eppure... eppure, ad ogni eta' il suo tempo. Se e' vero che le favole sembrano appunto solo favole, ci sono storie che possono far vedere ancora un scampolo di realta'... quando un bambino cresce, gli si puo' raccontare di San Giorgio e di come sconfisse il drago... Oppure la storia, vera o presunta che sia, della Spada nella Roccia di S. Galgano... E dico quando il bambino e' cresciuto non perche' non sia, quando e' piu' piccolo, in grado di apprezzare o capire queste storie, quanto perche' ad una certa eta' (non cosi' tanto come puo' sembrare, comunque) il bambino, che sta crescendo, e' in grado, con un minimo di aiuto da parte di questi adulti strani, bugiardi, vigliacchi, e' in grado di capire appieno cosa e' il Drago di S. Giorgio, e qual'e' il significato del drammatico gesto di S.Galgano... E cosi' la nostra redenzione, la cui necessita' e' causata dalle favole, passera' attraverso il racconto di favole che sono storie, leggende, piu' commoventi di Biancaneve o di Bambi. Il nostro essere adulti, il nostro essere maestri, educatori, dei bambini, passa attraverso un santo ed il drago che uccise, attraverso un uomo che si rinnova, e che lo mostra al mondo piantando una spada dentro una roccia, attraverso... si, anche attraverso quattro uomini-bambini che crescono, crescono dentro, in un viaggio senza speranza, con un finale non lieto, ma che fa riflettere... e passa anche attraverso 2000 anni di storia, attraverso un uomo che ai giganti del suo tempo, ai suoi orchi, e persino al suo drago, ha concesso il suo perdono, che persino ha chiamato l'artefice della sua condanna "amico"... Ecco perche', anche se noi adulti siamo un po' bugiardi, un po' vigliacchi, e un po ciechi di fronte ai draghi, ai giganti, agli orchi del nostro tempo, e' per questo che nonostante tutto vi vogliamo bene, bambini: perche' quando vi raccontiamo qualcosa di importante, voi ve ne accorgete... ed attraverso questo, imparate piu' di quanto noi stessi a volte ci aspettiamo...