giovedì, marzo 02, 2006

Sulla Saggistica Tolkieniana


"Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire"
(Italo Calvino)

Una delle sezioni storiche di Eldalië, quella che forse ci contraddistingue maggiormente nel panorama web tolkieniano, quella che più amiamo e per la quale veniamo tacciati di un poco di pazzia (non tantissimi son disposti a mettere in rete così tanti materiali!) è la sezione dei Saggi. In essa accumuliamo materiali frutto delle letture e dei ragionamenti attorno all'opera e alla figura del Professore.
Egli stesso, però, si espresse in termini piuttosto critici... sulla critica, per l'appunto. Quindi, teoricamente, fare saggistica tolkieniana significa da un lato rendere un servigio a chi magari non ha letto o compreso determinati aspetti della sua produzione letteraria: dall'altro, però, si cammina pericolosamente sul filo del rasoio con cui il Professore stesso tranciava i suoi giudizi su un certo modo di intrufolare letture critiche nei suoi scritti.
Dunque, che senso può avere fare saggistica tolkieniana, anche a livello amatoriale?
Lo abbiamo chiesto a Nilfalathiel, una delle nostre commentatrici più valenti (vedere i suoi lavori per credere), ed ecco la sua risposta:
«Un libro ha la capacità di toccare le corde della sensibilità di ognuno; corde diverse, che producono suoni diversi. Quando lo si legge, il libro diventa come un diamante colpito da un raggio di sole: la luce brilla e si rifrange in mille direzioni. Leggere vuol dire cercare di seguire almeno una di quelle direzioni, entrare nel mondo che l'autore ha creato con le parole, per amarlo, o dimenticarlo. Leggere vuol dire mettere da parte per un po' le cose che ci circondano, staccare la spina, per ritrovare se stessi in un'altra dimensione.
Ma cosa vuol dire commentare un autore e la sua opera?
Vuol dire prima di tutto amare quell'autore, volerne comprendere a fondo la magia. Commentare serve a capire, e a far capire.
Per troppo tempo l'opera di Tolkien è stata sottovalutata, o peggio ancora, bistrattata o distorta faziosamente. Eppure questo schivo Professore di Oxford ha creato una mitologia, ha risvegliato l'epica in un'età che sembrava averla dimenticata. L'opera di questo insigne filologo costituisce l'eredità che la grande letteratura del passato ci ha lasciato.
La Terra di Mezzo affonda le sue radici nel nostro mondo, le sue storie sono l'eco di storie senza tempo: commentare Tolkien vuol dire dare voce a quelle storie perché non siano dimenticate».

Gianluca Comastri - (c) Eldalië, 2004

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