venerdì, febbraio 10, 2006

Sotto le orecchie a punta


“In una caverna sotto terra, viveva un Hobbit”.

Quando scrisse distrattamente questa frase sul retro di un compito che stava correggendo, il prof. John Ronald Reuel Tolkien certo non immaginava che avrebbe cambiato di lì a qualche anno la storia della letteratura del XX Secolo e l’immaginario di milioni di persone in tutto il mondo.

Dai tempi in cui aveva prestato servizio militare durante la Prima Guerra, lavorava su un grande corpus mitologico, un legendarium nato dalla sua passione per le lingue e le antiche leggende norrene e anglosassoni, ma per suo piacere personale. Mai avrebbe creduto che tali opere avrebbero potuto interessare qualcun altro.

Quando questa personale mitologia fece da ambientazione prima al “Lo Hobbit” e poi al Signore degli Anelli (1955), divenne in un certo senso una mitologia autentica, risultando quest’ultimo il libro più venduto nella storia dopo la Bibbia.

La passione per queste storie e questo mondo immaginario, la Terra di Mezzo, continua ancora oggi senza perdere un colpo, visto l’afflusso di oltre 4.000 persone giunte alla Cascina Robbiolo di Buccinasco dal 20 al 22 gennaio scorso.

Evidentemente i libri di Tolkien parlano al cuore, e come ogni buona fiaba possono (anche se non intendono) insegnarci qualcosa; e coloro che si mettono le orecchie a punta e i costumi elfici non sono disadattati incapaci di vivere nel mondo “reale”, bensì persone che amano le belle storie e l’etica che le sottende, la natura, la bellezza, la musica, la poesia: tutto ciò che esiste di elfico al mondo.

Così fra giochi di ruolo e laboratori artistici per i ragazzi, conferenze di studiosi e letterati e concerti di musica classica, celtica o Rock, combattimenti con la spada e splendidi costumi, frasi in elfico e gadget ispirati alla trilogia cinematografica – che è stata proiettata in toto dal pomeriggio alla notte inoltrata di venerdì – si nasconde qualcosa di ben più profondo, un “non so che” di Tolkien come avrebbe scritto il grande bardo: un amore per il mondo che si esprime e lo trascende attraverso la fantasia.

Edoardo Volpi Kellermann

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Edoardo, intanto un saluto affettuoso da un vecchio amico: la passione per le opere di Tolkien ci accomuna comunque.
Sono però diversi anni che mi chiedo se in certi contesti non si sia volutamente continuato ad alimentare il pregiudizio.

"Evidentemente i libri di Tolkien parlano al cuore..." cita l'articolo che leggo: quanto è però lecito trasformare quest'opera, che per l'ammissione stessa dell'autore è prima di tutto letteraria, in qualcos'altro?
E volendo solamente "parlare al cuore" o "interpretare" queste parole mandate al cuore, come si può essere per lo meno abbastanza sicuri di non compiere uno sfruttamento ideologico? Credo che questo "eccesso di zelo" di molti tolkieniani o presunti tali, peraltro comprensibile nell'umana natura, sfoci spesso in un pretesto per rivendicazioni che rasentano il fanatismo religioso.
Un grande favore verrebbe fatto al Tolkien se si cercasse di ragionarci sopra e, nel caso fosse così di sradicare questo modo di operare.

Beh, mi sembra che come commento di prova per testare il sistema possa essere abbastanza: e poi devo proprio andare, sono inpartenza per Luxor...

Bilbo

Anonimo ha detto...

Bilbo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Sotto le orecchie a punta":

Caro Edoardo, intanto un saluto affettuoso da un vecchio amico: la passione per le opere di Tolkien ci accomuna comunque.
Sono però diversi anni che mi chiedo se in certi contesti non si sia volutamente continuato ad alimentare il pregiudizio.

"Evidentemente i libri di Tolkien parlano al cuore..." cita l'articolo che leggo: quanto è però lecito trasformare quest'opera, che per l'ammissione stessa dell'autore è prima di tutto letteraria, in qualcos'altro?
E volendo solamente "parlare al cuore" o "interpretare" queste parole mandate al cuore, come si può essere per lo meno abbastanza sicuri di non compiere uno sfruttamento ideologico? Credo che questo "eccesso di zelo" di molti tolkieniani o presunti tali, peraltro comprensibile nell'umana natura, sfoci spesso in un pretesto per rivendicazioni che rasentano il fanatismo religioso.
Un grande favore verrebbe fatto al Tolkien se si cercasse di ragionarci sopra e, nel caso fosse così di sradicare questo modo di operare.

Beh, mi sembra che come commento di prova per testare il sistema possa essere abbastanza: e poi devo proprio andare, sono inpartenza per Luxor...

Bilbo