venerdì, giugno 09, 2006

Il Partito degli Orchi


Gli abusi sui più piccoli non sono certo storia nuova. Alcune civiltà, molto evolute per altri aspetti, hanno in alcuni casi addirittura istituzionalizzato certe pratiche cosiddette "di iniziazione".

Con la nascita del pensiero scientifico che, pur con le sue limitazioni e i suoi difetti, resta comunque uno dei metodi più validi in nostro possesso di comprensione e gestione della realtà, abbiamo iniziato a studiare più consapevolmente noi stessi e, conseguentemente, noi stessi in fase di crescita.
Ci siamo così resi conto che la mente e la personalità di un uomo o di una donna in fase di crescita sono particolarmente delicati e importanti, da curare per la sanità mentale e fisica dell'individuo adulto che ne uscirà.
E' nato così il concetto moderno di infanzia.

Questo concetto ha anche portato a dei travisamenti, di cui ho già parlato (vedi L'Orrore delle Fiabe), ma è sicuramente una delle più grandi conquiste nell'evoluzione dell'uomo. Fino ad oggi infatti, nei paesi più avanzati dal punto di vista sociale ed economico, vi è stata una sempre maggiore presa di coscienza e conseguente difesa (più o meno riuscita) dell'infanzia.

Spesso però la civiltà porta decadenza, soprattutto quando si dimenticano le proprie radici e si nega il proprio valore, come noi europei stiamo purtroppo facendo con sempre più autolesionistica decisione.

Così oggi nasce il PDO, il Partito degli Orchi, in uno dei paesi del Nord Europa dove i concetti di libertà assoluta e relativismo culturale sembrano ormai aver oscurato le più elementari basi dell'etica faticosamente costruita in millenni di storia. Sono cose che capitano, disperatamente ovvie in un mondo preda della Morbosa Illusione di cui JRRT avvertì chiaramente, prima di molti altri, il fetore.

La mia prima reazione viscerale è stata l'idea di fondare il PDSO, il Partito dei Suonatori di Orchi (in particolare pensavo all'uso delle pelli per fare dei buoni tamburi), ma separando il simbolo dal contenuto, la metafora dall'oggetto, ho subito scartato l'idea, che ha in effetti un suo fascino ma porterebbe alle ben più pericolose e disastrose conseguenze di cui dopo 60 anni abbiamo ancora buona memoria.

Quindi che dire, che fare?
Abbiamo due possibiltà: assistere impotenti alla trasformazione dell'Europa in quella società di debosciati che è il ritratto preferito che ne fanno alcuni (indegni) rappresentanti di altre culture per giustificare la loro ferocia disumana, ritirandoci nel proprio guscio mentre in nome di non si sa bene cosa (neppure i promotori lo sanno, alla fine) la nostra identità culturale e morale, concetti che tanto ci spaventano, viene metodicamente distrutta; oppure ripartire dal basso, ripartire proprio da quell'infanzia che qualcuno in nome del proprio egoistico e laido piacere vuole distruggere, difenderla con le unghie e con i denti, insegnando ai nostri figli valori appena più autentici del calcio e del wrestling e delle Barbie e delle veline.

Ma nel frattempo?
Nel frattempo la fantasia, quella fantasia, che ultimamente viene spesso distorta e indotta nelle sue forme più morbose, può diventare l'arma per combattere questi orchi.

Che, poverini, ne sono privi, privi di autentica creatività, incapaci di capire la reale bellezza di un bambino, incapaci di amare e rispettare se stessi (figuriamoci gli altri), attirati morbosamente da una purezza e da un'innocenza che non potranno mai riuscire a comprendere, come sudice falene intorno a un lampione.
Povere larve, non odiamoli ma compatiamoli e isoliamoli, affinché non danneggino altri e loro stessi, sovrastiamo la loro immaginazione viscida con la luce della fantasia autentica, sub-creativa, ricca, luminosa e positiva di autori come Tolkien e Lewis, Clarke e Zelazny, Heinlein e Simak, Calvino e Buzzati e con la fantasia di tutti noi che cerchiamo di seguirne le orme.

Images by: http://www.herr-der-ringe-film.de

martedì, giugno 06, 2006

Poesie: Pensosa


In questa luce soffusa
di canti
d’amori vissuti o sognati
di pianti accennati
di cuori saziati o straziati
contemplo
pensosa
i miei anni
i nuovi e gli antichi timori
i no a possibili imprese
i fiori non colti
i sogni appassiti e smarriti
l’affetto donato anche a chi non vedeva
il convito d’amore
i miei figli e i frutti da essi donati
pensosa
ringrazio
di potere ancora pensare.